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L'Italia dentro curvage


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Guest Alexxx

Complimenti bunny per il traguardo

Chiedo a tutti ragazzi.. Facciamo una petizione per far tornare anche Swclau??Β 

Daiiiii susu

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Ci provo, spero vi piaccia. Ovviamente Γ¨ solo l'inizio. Siate onesti e spietati nei vostri giudizi.

Β 

Cattiva ragazza

β€œAccipicchia Angy, sei diventata tanta roba!”
Angelica Franti sorrise.
β€œNon ti piaccio piΓΉ?” chiese a Isa.
Pur essendo state quasi quotidianamente in contatto tramite e-mail e chat, le due non si vedevano da un pezzo. Erano state colleghe per qualche tempo nella filiale italiana della Digital Holding, una grossa societΓ  di informatica, poi Angelica aveva accettato l’incarico di formare una decina di persone per una nuova sede a Londra, dove aveva vissuto per cinque anni. Con un ottimo stipendio e con vitto e alloggio pagato, nel tempo libero, s’era dedicata ai suoi passatempi preferiti: la lettura, i vestiti e il sesso. Aveva letto centinaia di romanzi d’ogni genere, acquistato una montagna di capi d’abbigliamento (scarpe, gonne, t-shirt, lingerie, borse, accessori) e fatto l’amore con un discreto numero di uomini e donne – dal momento che non disdegnava il gentil sesso – di ogni etΓ , colore e religione. I trenta chilogrammi in piΓΉ per i quali Isa la stava prendendo amichevolmente in giro, conseguenza del suo approccio edonistico alla vita, erano arrivati quasi senza che lei se ne accorgesse e la cosa strana era che il suo sex appeal cresceva in modo proporzionale al suo peso. Da quando era diventata piΓΉ morbida ci provavano con lei dappertutto e senza ritegno: nei supermercati, in ufficio, in fila in banca, addirittura in libreria. Se da un lato qualche approccio la metteva in imbarazzo, dall’altro tutto ciΓ² accresceva la sua autostima ogni giorno di piΓΉ, dunque se ne fregava di qualsiasi dieta, indossava vestiti attillati e flirtava col mondo.

Isa Baraldi era andata a prendere un caffè alla macchinetta aziendale. Angelica stava chiacchierando con Gianluca Corelli, il direttore generale, il quale era schizzato via immediatamente perché preso dai suoi numerosi impegni.
β€œBentornata” le aveva detto abbracciandola β€œAccipicchia Angy, sei diventata tanta roba!”.
β€œNon ti piaccio piΓΉ?”.
β€œAl contrario, ti trovo splendida. PiΓΉ bella, rilassata e luminosa. La City ti ha fatto benissimo. E anche i capelli corti e biondi ti donano. Ascolta, dopo il lavoro io e un mio amico andiamo a bere qualcosa al Locale Universitario. Ti va di unirti a noi cosΓ¬ mi racconti? Che ne dici?”.
β€œOk, ci vediamo lΓ , arrivo un po’ piΓΉ tardi, oggi temo sarΓ  una giornataccia” aveva risposto.

SbrigΓ² le pratiche burocratiche per il suo ritorno alla Digital Holding Italia e organizzΓ² le attivitΓ  dei prossimi mesi. L'indomani avrebbe conosciuto il suo collaboratore. FinΓ¬ intorno alle otto. Si rinfrescΓ² velocemente, risistemΓ² il trucco e si diresse al Locale Universitario. Lo raggiunse a piedi in pochi minuti, Isa le aveva spiegato dettagliatamente come arrivarci. Queste sono le cose belle di una piccola cittΓ : se sei in centro, puoi andare dappertutto senza bisogno di automobile o mezzi pubblici. VarcΓ² la soglia del LU, come lo chiamavano confidenzialmente i clienti abituali e per qualche secondo le conversazioni si bloccarono. Gli universitari hanno la mentalitΓ  molto aperta, ma Angelica aveva un abbigliamento da donna in carriera, camicetta bianca e tailleur scuro, che strideva con le t-shirt colorate, i jeans strappati e i vestitini fricchettoni a fiori. CercΓ² Isa – uno scricciolo di un metro e mezzo con un'enorme massa di riccioli neri – la trovΓ² e sedette al tavolo. SalutΓ² e si presentΓ² a Leonardo. Alla prima occhiata aveva capito che era gay.
β€œUno dei pochi bar dove ci si puΓ² ancora fare una paglia” commentΓ² guardando i simpatici cartelli che campeggiavano sui muri (β€œpermesso fumare”, β€œvietato l’ingresso ai salutisti”, β€œqui Bacco, tabacco e venere) e Β tirando fuori il necessario per arrotolarsi una sigaretta.
Con gesti rapidi e precisi ne costruì una perfetta.
Chiacchierarono per una mezzora, poi Leonardo andΓ² verso un ragazzo alto e magro.
β€œTorno subito” aveva detto facendo loro l’occhiolino.
In fondo al locale c'era un tavolo da biliardo. Due ragazze che avevano l’aria da studentesse del DAMS stavano giocando. Una delle due indossava un basco nero, aveva un piercing al naso e due meravigliosi occhi viola. Il suo sguardo si incontrΓ² per un attimo con quello di Angelica. Sorrise e dopo qualche secondo si avvicinΓ² al loro tavolo.
β€œVieni a sederti con noi” le disse Angelica.
β€œCerto” rispose β€œMi chiamo Cristina, tu?”.

β€œPer la miseria” disse Cristina mentre appoggiava il vassoio con il caffΓ¨ e tre croissant sul comodino β€œNon avevo mai provato nulla di simile. Sei un fagottino di gioia, come dice un mio amico a proposito delle ragazze che gli piacciono. E nel tuo caso Γ¨ assolutamente vero, perchΓ© sei soffice, burrosa e tutta da mordicchiare”.
Angelica gettΓ² da un lato le coperte, si sedette e prese la tazzina.
Primo giorno in Italia e subito una notte trascorsa in casa di una sconosciuta che aveva quasi la metΓ  dei suoi anni. Niente male come inizio.
β€œForse aveva ragione Steven” pensΓ² malinconicamente β€œMi butto via, cerco l’approvazione delle persone dando loro quello che desiderano. Mi illudo che fare sesso voglia dire conoscersi meglio, comunicare, ma in realtΓ  sono solo una ninfomane patologica…”.
β€œNeanche tu sei male, sai di vaniglia” rispose stroncando sul nascere le sue tristi elucubrazioni.
β€œSai, Γ¨ la prima volta che finisco a letto con una donna. Mi ero sbaciucchiata con qualche amica, ma poi non me la sono sentita…”
Angelica si alzΓ², si stiracchiΓ² e infilΓ² le mutandine e il reggiseno. Poi arrotolΓ² una sigaretta, si rimise sul letto e l’accese.
β€œIo ho avuto la mia prima esperienza sei anni fa. Non mi Γ¨ dispiaciuto. È diverso dall’andare a letto con un uomo. Non direi migliore o peggiore, soltanto differente. E infatti a me continuano a piacere moltissimo i maschi. Solo che ogni tanto mi imbatto in qualche ragazzina filiforme, pallida e bellissima e la voglio succhiare tutta”.
Cristina arrossΓ¬ un po’ e poi scoppiΓ² a ridere.

ArrivΓ² in ufficio verso le nove. Due donne sulla quarantina la indicarono e parlottarono tra loro.
β€œCome non te la ricordi? Angelica Franti, stronza incapace, quella che Γ¨ stata mandata a Londra a fare la formatrice. Formazione orizzontale e a novanta gradi” disse Elisa.
β€œMamma mia com’è ingrassata. Era magrissima, quando lavorava qua” commentΓ² Giulia ridendo per la battuta della collega.
β€œL’ho intravista ieri al LU. Ho comprato le sigarette, ci siamo incrociate, ma lei non mi ha riconosciuta. Andava via insieme a una ragazza in atteggiamenti molto intimi. Secondo me Γ¨ anche lesbica”.
β€œQuelle come lei non fanno le schizzinose, basta che respirino” concluse Giulia.

Angelica si sedette e accese il PC. Il telefono squillΓ².
Era Isa.
β€œCiao Angy, scusami per ieri ma ero stanchissima” le disse β€œPoi fino a che ora siete rimaste tu e Cristina?”.
β€œPoi ti racconto” rispose.
Qualcuno bussΓ² alla porta. Angelica salutΓ² la collega, mise giΓΉ la cornetta e osservΓ² il ragazzo che era insieme al direttore generale.
Alto, moro, con occhi verdi come il mare. Bellissimo. Dal curriculum Angelica sapeva che aveva venticinque anni ed era cintura nera di karate.
β€œSe parla, lo voglio”, pensΓ² divertita, ricordando le parole dell'attrice Mae West quando aveva visto Tom Selleck a un concorso di bellezza.
β€œLui Γ¨ Roberto Scotti, il tuo nuovo collaboratore” disse Gianluca β€œPer il momento ha un contratto di prova di un mese, poi decideremo tutti e tre se vogliamo che il rapporto diventi a tempo indeterminato”.
E poi rivolgendosi a entrambi: β€œCi riaggiorniamo alle quindici, cosΓ¬ mi dite come vi siete organizzati”.
Dopo essersi stretti la mano, Angelica e Roberto iniziarono a discutere del lavoro. Poi arrivarono i facchini che sistemarono l’altra scrivania e il computer e fu mezzogiorno.
Il cellulare di Roberto vibrΓ².
β€œΓˆ la mia fidanzata” si scusΓ².
Uscì e Angelica udì una frase che le fece capire che c'era un problema.
β€œCome sta il mio fagottino di gioia?”.
Sperò che quel venerdì pomeriggio passasse in fretta. Le sue preghiere vennero esaudite. Gianluca arrivò alle tre in punto, ascoltò Angelica e Roberto che gli spiegarono come avrebbero gestito i carichi di lavoro e, soddisfatto, li portò in giro per gli uffici.
Il tempo volΓ².

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Cattiva ragazza – parte 2

Β 

Angelica spense il computer e infilΓ² il fascicolo relativo alla fusione aziendale nella sua borsa. La borsa di Mary Poppins la definiva Steven, uno dei suoi scopamici inglesi. In effetti dentro c’era di tutto: il portamonete, pieno di tessere e di card che davano diritto a sconti favolosi, trucchi, forbicine, limette per unghie, fazzolettini, preservativi, gomme da masticare, supercolla, perfino un paio di guanti in lattice.

Un emporio ambulante.

GuardΓ² il cellulare. Mancavano pochi minuti alle venti.

Era stata una giornata faticosa. Corelli, all’improvviso, aveva indetto una riunione fiume per discutere dell’acquisizione di una societΓ  spagnola. Angelica era stata convocata e si era proposta perchΓ© le interessava molto un’operazione del genere. Amava mettersi in gioco e questa era l’occasione per dimostrare che a Londra aveva acquisito moltissime competenze.

β€œSee, non solo competenze” pensΓ² mentre si specchiava nel vetro della finestra osservando la sua quinta di seno che prima della trasferta inglese era una seconda scarsa.

PensΓ² a come sarebbe stata la sua vita in Spagna: aveva 36 anni, iniziava a pensare seriamente a un posto dove fermarsi. L’Italia non di sicuro. L’Inghilterra troppo fredda e umida. La Spagna – c’era stata in vacanza diverse volte – l’attirava non poco.

Sembrava filasse tutto senza intoppo, in quella riunione, ma c’era stata un’altra persona a proporsi: Elisa Rovatti. Project manajer, magra (era campionessa di triathlon), bella e carrierista.

Con questo pensiero in mente – Corelli si era riservato di comunicare la sua scelta nei giorni a seguire – Angelica fece per uscire, ma un’ombra nel corridoio la fece sussultare.

β€œCiao cara, siamo rimasti solo noi due. La vigilanza arriva tra una mezzora”.

Roberto le mise le mani sulle spalle e la spinse dolcemente nel suo ufficio. Angelica lo tirΓ² a sΓ©, ma prima chiuse a chiave la porta.

β€œCi faremo bastare questa mezzora. Dovremo ottimizzare” sorrise.

Sedette sulla scrivania, si tolse le mutandine e sollevΓ² la gonna. Roberto si avvicinΓ². Angelica notΓ² che aveva un preservativo e lo stava infilando. Questa cosa la eccitΓ² ancora di piΓΉ.

Lo stronzo aveva previsto tutto e lei era stata una pedina.

Poi lui fu dentro.

Si muoveva forse un po’ troppo rapidamente, ma era duro e grande. E dovunque lo toccasse, c’erano muscoli.

β€œRallenta, campione” gli disse β€œNon Γ¨ una corsa”.

Roberto obbedì. Angelica si mosse suggerendogli il ritmo. Lui la seguì.

β€œCapisce al volo” pensΓ².

Il cellulare di Roberto, appoggiato sulla sedia vicina, vibrΓ².

Riuscì a sbirciare senza farsene accorgere. Roberto era troppo occupato a maneggiare le sue tette. Nulla lo avrebbe distratto.

β€œCiao fagottino, mi manchi”.

Cristina.

La fidanzata di Roberto.

RipensΓ² al pasticcio che aveva combinato. Poi pensΓ² a come sarebbe stato fare sesso con tutti e due.

Venne dopo pochi secondi in modo violento e inatteso.

Β 

Mentre Roberto si risistemava i vestiti, Angelica cercΓ² di risistemare il trucco. Poi Roberto le diede un bacio e uscΓ¬ dall’edificio.

Angelica rimase per qualche minuto da sola nell’oscuritΓ , poi si avviΓ² verso l’uscita anche lei.

Si accese una sigaretta e si diresse lentamente verso la sua Smart.

Β 

Elisa Rovatti vide uscire lo stagista.

β€œNeanche un giorno hai aspettato. Te lo sei fatto subito” riflettΓ¨.

In effetti, Roberto Scotti era stato l’oggetto delle chiacchiere e dei desideri di tutte le esponenti del gentil sesso, durante quel pomeriggio aziendale. Anche lei ci aveva fatto un pensierino.

Ma Angelica Franti aveva anticipato tutte.

Elisa tornΓ² alla realtΓ , osservando Roberto che si allontanava e scompariva nel buio.

Se aveva fatto bene i suoi calcoli, nel giro di qualche minuto sarebbe uscita anche la troia.

Β 

Con la coda dell’occhio, Angelica percepΓ¬ la presenza di qualcuno.

PensΓ² a Roberto.

Poi vide che si trattava di una figura femminile e si preparΓ² a essere l’oggetto del gossip aziendale nei giorni successivi. Di certo aveva visto Roberto, adesso aveva visto lei. Non ci voleva un genio a capire che era successo qualcosa. Anche perchΓ© con Angelica non era insolito succedessero cose del genere.

StrizzΓ² gli occhi per vedere chi fosse – magari poteva chiederle di non dire nulla – e capΓ¬ di essere nei guai.

Elisa Rovatti.

Di sicuro non aveva buone intenzioni.

Angelica accelerΓ² il passo, ma Elisa la raggiunse in un paio di secondi con uno scatto degno di un predatore.

Con una mano le afferrΓ² il polso e con l’altra i capelli.

Angelica provΓ² a divincolarsi, ma senza alcun risultato.

Aveva il tailleur d'ordinanza, una camicetta che stringeva troppo sul seno e in vita, tacchi alti, la sua borsa enorme, la sigaretta in bocca, un mal di schiena cronico e un approccio edonistico alla vita - non andava in palestra da secoli e viveva di cheescake, caffΓ¨ e sesso – un mix che la rendeva inerme nei confronti di Elisa.

"Sei lenta, debole e grassa, non hai nessuna possibilitΓ . Stai ferma e zitta e non ti succede nulla".

Angelica fece per urlare, ma Elisa lo intuì. La fece ruotare e la colpì allo stomaco con una ginocchiata.

Vide buio per qualche secondo e poi si accasciΓ² al suolo.

Elisa sogghignΓ² vedendola afflosciarsi. Era molle e indifesa come un bambino. Le sembrΓ² di aver colpito un cuscino.

β€œTi avevo detto che dovevi tacere, stronza. Se non fai la brava, te ne do un altro. E stavolta ti faccio davvero male”.

Angelica capì che le conveniva tacere.

Quello era un punto cieco, ma c’erano telecamere all’uscita, Elisa non era stupida e non avrebbe fatto sciocchezze.

Avrebbe preso altre botte, nel caso. Non era la prima volta che le cagnette invidiose di lei, la aggredissero fisicamente. Ma non voleva piΓΉ rischiare che le rovinassero la faccia o le facessero saltare qualche dente.

Una costola dolorante o qualche livido sulle braccia, d’altra parte, non sarebbero stati una novitΓ  per lei.

Raccolse lentamente la borsa e fece per prendere la sigaretta ancora accesa che le era volata via dopo il colpo, ma Elisa gliela spense con la punta della scarpa. Angelica notΓ² che aveva un piccolo tatuaggio sulla caviglia. Un delfino.

β€œAdesso ascolta quello che ho da dirti, troia” disse Elisa.

Si tirò su a fatica. Lo stomaco le doleva ancora e aveva un po' di nausea e qualche conato, ma riuscì a restare in piedi.

Riflettè con una punta di frustrazione che qualche anno prima avrebbe contrattaccato senza preoccuparsi delle conseguenze. Avrebbe colpito Elisa in faccia. Probabilmente sarebbe riuscita a rallentarla, a infilarsi in auto e a schizzare via. Ma all'epoca era tutta nervi e muscoli. Adesso doveva fare i conti con il suo corpo soffice e le troppe sigarette. Era vulnerabile, in balia di quella donna.

Un eventuale pugno in faccia, a Elisa avrebbe fatto il solletico e lei l’avrebbe sfasciata come un budino. Per correre venti metri avrebbe normalmente impiegato tre volte il tempo di quella stronza. In piΓΉ, aveva difficoltΓ  a respirare, dopo quel colpo.

Come diceva Sun-Tzu nell’Arte della Guerra, uno dei suoi libri preferiti: β€œBisogna combattere il nemico solo se si Γ¨ certi di vincere”.

E le probabilitΓ  di Angelica, in quel caso, erano pari a zero.

Dunque rimase ferma e annuì.

β€œDomani, dirai a Corelli che non vuoi piΓΉ occuparti dell’acquisizione, hai capito? Inventa una scusa qualsiasi, ma non ti voglio tra i piedi. E questo era solo un avvertimento” le disse Elisa.

Le diede un paio di buffetti sullo stomaco e le appoggiΓ² la mano magra e nervosa su un fianco con una smorfia di disgusto.

β€œSei una vacca incompetente. Non hai nessuna possibilitΓ  con me. Domani andrai da Corelli e rinuncerai all’incarico”.

Angelica fece per allontanarsi, ma Elisa l'afferrΓ² di nuovo, stavolta per un braccio.

"Hai capito il messaggio?".

Angelica fece di sì con la testa

Finalmente Elisa decise di andar via.

Il freddo iniziava a farsi sentire. Angelica inghiottΓ¬ la rabbia e si diresse alla sua auto. Aveva un po' d'affanno ed era saltato un bottone della camicetta (ovviamente quello sul seno). SperΓ² di ritrovarlo l’indomani mattina.

Mise in moto e accese una sigaretta. L'auto partì e dalla radio uscirono le note di Radio Conga dei Negrita.

Angelica sorrise. Le era venuta un'idea.

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